Una nuova sentenza della Cassazione sulla responsabilità bancaria
Un’importante svolta giuridica è stata segnata dalla Cassazione riguardo la responsabilità delle banche per accrediti eseguiti su IBAN errato.
Il caso specifico e la questione legale
Un accredito destinato a un IBAN errato ha portato al mancato pagamento al beneficiario designato. Quest’ultimo, insoddisfatto, ha intrapreso un’azione legale contro la banca, accusandola di non aver adottato le misure necessarie per evitare l’errore. In particolare, la banca non avrebbe verificato la corrispondenza tra l’IBAN e il nominativo del beneficiario indicato nell’ordine di bonifico.
Normativa e giurisprudenza di riferimento
Il contesto dei servizi di pagamento elettronici ha visto vari interventi normativi sia a livello comunitario che nazionale. Inizialmente, la direttiva PDS (2007/64/CE), attuata in Italia con il d.lgs. n. 11/2010, e successivamente la Direttiva PSD2 (2015/2366/UE), recepita con il d.lgs. n. 218/2017, hanno adeguato la legislazione italiana al regolamento UE n. 751/2015. Di particolare rilievo è l’art. 24, co. 2 del d.lgs. n. 11/2010, come modificato dal d.lgs. n. 218/2017, che impone all’intermediario del pagatore l’obbligo di compiere tutti gli sforzi ragionevoli per recuperare le somme dell’operazione.
La posizione della Cassazione
Con la sentenza n. 17415/2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che la banca è responsabile nei confronti del beneficiario insoddisfatto per un accredito su IBAN errato, a meno che non dimostri di aver adottato tutte le cautele necessarie per evitare l’errore. Questo include l’obbligo di diligenza, che implica la massima attenzione e buona fede nell’esecuzione delle operazioni di pagamento. La banca deve adottare misure preventive e correttive adeguate, come sistemi di verifica automatica degli IBAN, formazione del personale e procedure interne per minimizzare gli errori.
Aspetti pratici della sentenza
La sentenza impone alle banche di rivedere e rafforzare le loro procedure interne per la gestione degli accrediti, assicurandosi di avere sistemi efficaci per la verifica degli IBAN e per la comunicazione tempestiva delle discrepanze al pagatore. La banca deve anche adoperarsi per consentire al pagatore di individuare il destinatario del pagamento, comunicando dati anagrafici o societari necessari.
Conclusioni
Questa sentenza rappresenta un chiarimento significativo sulla responsabilità bancaria per accrediti su IBAN errato. La Corte ribadisce l’obbligo di diligenza e buona fede delle banche, sottolineando la necessità di adottare tutte le cautele per evitare errori e di assistere il pagatore nell’individuare correttamente il destinatario del pagamento. Le banche devono adeguare le proprie procedure interne per rispettare questi principi e prevenire potenziali responsabilità