Quando gli Obblighi Antiriciclaggio si Applicano agli Avvocati
Il tema degli obblighi antiriciclaggio per gli avvocati in caso di transazioni durante un giudizio è stato recentemente oggetto di un parere del Consiglio Nazionale Forense (parere n. 52/2024), pubblicato il 7 gennaio 2025. La questione riguarda il ruolo del legale nel garantire la conformità alle disposizioni normative in materia di prevenzione del riciclaggio di denaro.
La Problematicità Sollevata dal Consiglio dell’Ordine
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza ha richiesto chiarimenti sulla necessità di adempiere agli obblighi antiriciclaggio quando, nel corso di un procedimento giudiziario, le parti concordano una transazione di notevole entità, superiore a 15.000 euro. Tale accordo viene registrato a verbale senza essere prodotto in giudizio o sottoposto a valutazione da parte del giudice.
In questo contesto, la domanda posta al CNF era se l’avvocato debba considerarsi vincolato dalle norme del D.Lgs. n. 231/2007 in merito alla prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.
Le Indicazioni del CNF
Nel rispondere al quesito, il CNF ha richiamato le disposizioni del D.Lgs. n. 231/2007, in particolare l’articolo 3, comma 4, lettera c), che definisce le situazioni in cui gli avvocati sono tenuti a rispettare gli obblighi di segnalazione. Inoltre, l’articolo 11 del decreto affida agli organismi di autoregolamentazione il compito di stabilire regole tecniche per garantire un’applicazione uniforme della normativa.
Le regole tecniche emanate dal CNF nel settembre 2019 specificano con precisione quali attività rientrano tra quelle soggette agli obblighi antiriciclaggio. In particolare, la Regola Tecnica n. 2 chiarisce che le operazioni legate alla rappresentanza e difesa del cliente in giudizio, comprese mediazioni e negoziazioni assistite, non sono soggette a tali obblighi.
Conclusioni e Rilievi
Secondo quanto affermato dal CNF, l’accordo transattivo descritto non rientra tra le operazioni che richiedono l’adempimento degli obblighi di segnalazione previsti dal D.Lgs. n. 231/2007. Di conseguenza, l’avvocato non è tenuto ad attivare le procedure antiriciclaggio per transazioni di questo tipo.
Conseguenze Pratiche per gli Avvocati
Questa posizione del CNF contribuisce a chiarire il perimetro degli obblighi antiriciclaggio in ambito legale, fornendo ai professionisti indicazioni utili per gestire correttamente le transazioni di elevato valore economico senza incorrere in adempimenti superflui. Rimane tuttavia fondamentale per gli avvocati una valutazione attenta e consapevole delle operazioni in cui sono coinvolti, nel rispetto delle norme deontologiche e legislative.